Dopo di noi, anche “PresaDiretta” analizza gli effetti del decreto Sblocca Italia
Domenica su RaiTre è andata in onda una bellissima
puntata di PresaDiretta, il cui tema
è stato molto sentito dal pubblico a
casa.
In effetti, la puntata ha giocato sul versante politico
del decreto oggetto della nostra analisi, tanto anche sugli effetti nel
nostro territorio, ahinoi, già così
tanto martoriato dalle opere dell’uomo. La Basilicata, bellissima e piccola
regione del Meridione italiano, rischia di trovarsi un suolo occupato dalle
trivelle per il 77%, 250 milioni di euro all’anno nelle casse regionali, ma un patrimonio ambientale devastato, sul
quale le bonifiche per contrastare l’inquinamento non saranno sufficienti. Ma
Riccardo Iacona non parla solo di numeri, non manda in onda solo falde
acquifere inquinate, ma parla anche dei comitati contro questo decreto, degli
scienziati che hanno scritto una lettera aperta al Governo e non si può che
essere soddisfatti che le nostre stesse perplessità siano comuni a tanti altri.
Noi come circolo LEGAMBIENTE SSR ci siamo già espressi più volte in
merito allo Sblocca Italia e ancora
ci confronteremo perché se da una parte vorremo garantire la tutela del
paesaggio e delle risorse, dall’altra ci
si rende conto che il nostro paese ha bisogno di una burocrazia snella e di una
operazione che realmente sblocchi l’economia e lo renda più competitivo sotto
innumerevoli punti di vista.
Ma restiamo
nel nostro: Sblocca Italia è un provvedimento che racchiude una visione
vecchia e sbagliata nella scelta delle priorità, non riesce a individuare criteri di utilità
effettiva per il territorio e i cittadini, un provvedimento che riguarda
spesso opere inutili e dannose, costose che spostano le risorse da interventi
che sarebbero davvero necessari per la nostra comunità.
LEGAMBIENTE ha già fatto richiesta al nostro Governo di modificare l’articolo38 del decreto, poiché rischia di creare confusione, lungaggini inutili nella sua applicabilità, ricca di deroghe ed
eccezioni, che ovviamente verranno rivalutate caso per caso.
Sembra un decreto
legato a un passato con poca lungimiranza, legato allo sfruttamento di risorse,
senza prospettive di migliorare lo stato attuale delle cose, sbagliando
priorità e sbagliando gli obiettivi.
Per fare alcune precisazioni, l’Emilia Romagna diventerebbe parte lesa se partissero i cantieri:
si darebbe il via libera a Cispadana
alla Orte Mestre, passando per la Ti-Bre ed il Passante Nord di Bologna.
Ci piacerebbe invece che queste risorse andassero a favorire il sistema dei trasporti, delle ferrovie, trasporti urbani, migliorandone i servizi, favorendo la diminuzione dell'inquinamento nelle nostre aree urbane, contrastare il dissesto idrogeologico, mettendo in sicurezza il territorio con opere che allo stesso modo darebbero slancio all'economia e migliorerebbero situazioni che vengono quasi sempre trascurate, tornando alla ribalta solo in casi di estrema emergenza, come per i terremoti, o per le alluvioni.
Il circolo LEGAMBIENTE
SSR si impegnerà insieme agli altri circoli, affinchè la comunità sappia
cosa c’è dietro a questo decreto, affinchè capiscano cosa si rischia, per loro
stessi e per l’eredità dei propri figli.
Rimandiamo agli approfondimenti che
speriamo possano fare luce sia sull’operato di LEGAMBIENTE sia sulle iniziative
messe in atto in merito a questo spinoso argomento:
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