#TTIPTuesday: Tweet Storm per prendere posizione sul Trattato Transatlantico

Ieri, 10 Marzo si è svolto un incontro con le Associazioni e liberi cittadini in merito al Trattato Transatlantico, meglio noto come TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). La prima cosa che subito salta all'occhio è che questo trattato è molto poco noto, sia ai cittadini sia a molti parlamentari. 
Questi e tanti altri incontri, movimenti dei liberi cittadini, assemblee e manifestazioni di piazza riguardo questo progetto, hanno lo scopo infatti di informare quanta gente possibile non solo per il fattore tempo che incombe(il periodo di contrattazione si concluderà nel 2015) ma soprattutto perchè nessun media ne parla. 
Nessun quotidiano affronta l'argomento, nessun telegiornale presta attenzione, quindi nessuno conosce gli ingenti danni che questo Trattato può creare all'economia Europea e soprattutto Italiana.

Il fatto che gran parte dei cittadini non conoscano il TTIP viene contrastato da un'iniziativa, tutta social, che mira a chiedere ai Parlamentari Italiani di prendere posizione in merito: ogni martedì si cercherà di far diventare topic trend l'hashtag #TTIPTuesday e di chiedere ai parlamentari di esporsi, mettersi all'opera affinchè il nostro governo ne parli, affinchè i media ne parlino, affinchè i cittadini sappiano.


Durante la riunione a cui il circolo LEGAMBIENTE SSR ha partecipato, molti hanno chiesto come poter informare il resto della cittadinanza, come spiegarlo a tutte le orecchie: un modo sarebbe quello di partecipare alle assemblee organizzate da Stop TTIP (a Bologna sono già tante) per informarsi e aiutare a informare.


Gli effetti economici per i piccoli marchi del settore agroalimentare del Made in Italy, sarebbero devastanti, proprio perchè questi accordi internazionali di libero scambio tra Europa e Nord America, andranno a favorire i grandi marchi, multinazionali che sarebbero favorite nel commercio internazionale, portando le Piccole e Medie Imprese Italiane al collasso non riuscendo a sopportarne i costi.


Questo è solo uno dei tanti aspetti negativi per il nostro territorio, insieme alle normative che regolano gli standard minimi sulla circolazione della merce, sulle sostanze chimiche tossiche (verrebbe meno il principio di precauzione sulle sostanze chimiche), sui prezzi dei farmaci, su internet e la privacy, sull'energia e sui brevetti, sui servizi pubblici, sulla qualità della merce agroalimentare che entrerebbe liberamente nell'Unione Europea, senza parlare delle indicazioni geografiche (di cui delle 1450 ne sono state prese in considerazione solo 150 el elatre non verrebbero riconosciute dall'accordo) e della probabile introduzione del ISDS, l'arbitrariato internazionale tra Stato e imprese.


Il beneficio del dubbio che questo progetto non sarà certamente un aiuto alla nostra economia, aumenta con la segretezza attorno a questo progetto, di cui non si può avere nulla di materiale per poterlo studiare e tantomeno divulgare. Quindi ai cittadini chiediamo di partecipare, di informarsi, studiare le normative che sdoganerebbero le barriere che fino a oggi ci hanno permesso di vivere circondati da prodotti sicuri, certificati, controllati, di vivere in un territorio in cui le amministrazioni mantenessero potere decisionale a vantaggio dei cittadini e anche dei ceti più deboli.


Consigliamo queste letture:


Campagna Stop TTIP Italia 

Stop TTIP Bologna
Articolo Su Corriere.it del 17 Ottobre 2014
www.internazionale.it

Grazie ad Annalisa per i consigli!


Questo articolo è di Marta Fais @martafais81

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