Passante Nord: a che punto siamo?

Il passante Nord si farà? Non si farà? Chi dovrebbe dircelo?

Legambiente con i suoi circoli con l’appoggio  del Comitato per Alternativa al Passante Nord, sta promuovendo incontri pubblici per incrementare il dibattito sull’opera più discussa degli ultimi tempi. Il Circolo Legambiente SettaSamoggiaReno ha promosso un incontro con i cittadini presso Zola Predosa, avvenuto il 23 Aprile, alla presenza del Sindaco Stefano Fiorini, insieme a Gianni Galli e Severino Ghini del Comitato alternativa al Passante Nord e Cristiana Carlotti, di LEGAMBIENTE. Insieme, abbiamo posto dubbi più che legittimi su questo progetto ma soprattutto abbiamo avuto il piacere di ascoltare le alternative.

Il Passante, nelle sue varianti proposte, cambiamenti, nuovi progetti, modificazioni, visto attraverso una mappa di Bologna e della sua immediata provincia, pare veramente un progetto disastroso, assurdo; un progetto che veramente vuole privilegiare solo alcune imprese di costruzione, frutti di clientelismi, favori e per dirla all’italiana maniera, di “magna magna” che andranno ad arricchire poche tasche, con lo scopo di alleggerire il traffico che nel nodo di Bologna crea tanti disagi (soprattutto nei mesi estivi e in direzione della Riviera). 

Quello che sorprende è la mancanza di lucidità, scarso confronto tra le parti, soprattutto con chi propone da sempre alternative meno costose per i contribuenti, meno impattanti per il territorio, per i nostri campi. All’apertura di Expo2015, il cui scopo è quello di portare i cittadini del mondo a nutrire il pianeta, ad un consumo più equo e responsabile delle nostre risorse alimentari, siamo ancora qui che lottiamo affinchè i nostri campi non diventino distese di cemento.

Non è assurdo?

Parliamo dell’alternativa proposta dal Comitato per l’Alternativa al Passante Nord.
Il passante prevede un grande anello autostradale (quindi con pedaggio) di circa 40km che porti a decongestionare il traffico sull’attuale A14, sulla tangenziale di Bologna e sulla Bologna- Interporto lasciando dietro di se una lunga scia di irreparabili danni: distruggerà 750 ettari di campi agricoli, ne verranno degradati circa 8.000, aumenterà l’inquinamento causato dal traffico su gomma, per oltre dieci anni (se tutto andrà bene) non si avrà il ben che minimo beneficio sul traffico (già ridottissimi per sua natura), per non parlare del fatto che è un progetto superato, che sarebbe dovuta essere una risposta all’impennata del traffico autostradale che però non c’è stata, anche a causa della crisi economica che attraversiamo.
L’alternativa sarebbe quella di sfruttare lo spazio rimanente nel già esistente tratto Autostradale/tangenziale in questo modo: si tratterebbe di utilizzare lo spazio adiacente a questo raccordo, che non è mai stato preso in considerazione, realizzando così ulteriori corsie, 3 per senso di marcia e per la tangenziale e per l’autostrada in direzione Ancona e in direzione Milano-Firenze.  Ma non solo: le nuove strutture realizzate su spazi già esistenti, limiterebbero consumo di suolo e lascerebbero la possibilità di creare una nuova linea ferroviaria che incentivandone il suo utilizzo, potrebbe ulteriormente aumentare i benefici per il nostro territorio e per i cittadini che non vedrebbero alcuna modifica all’attuale percorso.

Parliamo dei costi? Il passante Nord per dieci anni costerebbe circa  1.860 milioni di euro. L’alternativa proposta dal comitato solo 600 milioni, per una durata dei lavori di circa 4 anni.

Ora che succede? Il progetto è momentaneamente in stand-by, può essere considerata quasi una vittoria per chi come noi del circolo Legambiente SettaSamoggiaReno si sta battendo contro questo spreco di risorse ambientali ed economiche, per chi vorrebbe che le alternative e le necessità dei cittadini siano ascoltate e messe tra le priorità dei nostri vertici di governo. Intanto i circoli e il Comitato per l’Alternativa al Passante, continueranno la loro battaglia, promuovendo nuovi incontri e dibattiti, sperando di colpire la sensibilità dei cittadini, dei sindaci che già si stanno esponendo da mesi, con i quali crediamo ci saranno confronti sempre più vivaci e costruttivi.

Questo articolo è di Marta Fais @martafais81



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